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Sempre e per sempre
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Autore Messaggio
catia








Registrato: 29/03/06 09:31
Messaggi: 727
catia is offline 






MessaggioInviato: Ven Feb 08, 2013 10:44 am    Oggetto:  Sempre e per sempre
Descrizione:
Rispondi citando

Nel 1974 mio padre acquistò per corrispondenza una collana di libri di storia. Papà ha sempre letto poco, qualche riga prima di andare a dormire: onestamente non so nemmeno se li abbia mai aperti quei libri, io invece li ho divorati. Soprattutto quelli su argomenti mai trattati a scuola, come le civiltà precolombiane e la storia di Cina e Giappone. Completata la collezione, arrivò a casa la proposta di acquistare dalla stessa casa editrice una edizione speciale della divina Commedia, rilegata in similpelle, carta di lusso e illustrazioni di G. Dorè.
E prendemmo anche quella.

Fu la prima Divina Commedia che lessi, qualche anno dopo. Io e i miei fratelli sbirciavamo le illustrazioni di Dorè con un senso di colpevole curiosità per tutte quelle figure nude dai seni un po’ cadenti, i sederi impunemente scoperti. O le parolacce: culo scritta su un libro così importante faceva impressione. Una pagina su tutte mi attirava: l’ illustrazione del canto XVIII, con l’ immagine di Taide tutta discinta e la didascalia ‘ ... Taide è, la puttana che rispuose ...’ sise e parolacce, roba irresistibile per una bambina delle elementari.
Dalle tavole di Dorè appresi il gusto per i dettagli, i tratti minuti; provai a trasportarli negli alberi che iniziai a disegnare allora e che ancora mi fanno da disegno passatempo.

Quando fui al liceo, la mia amica del cuore mi chiese in prestito l’ Inferno, perchè la sua professoressa voleva si andasse all’ interrogazione con un testo senza commenti e lei non ne aveva.
Nulla di strano, ci dividevamo già diversi libri di testo per risparmiare soldi e peso.
Alla fine dell’ anno, però, fra i libri che mi restituì l’ Inferno non c’era.
Le chiesi e richiesi di controllare, ero sicura di non averlo riavuto indietro. Ma lei diceva di non ricordare più dove fosse, era anzi certa di avermelo restituito. Per me la sua amicizia valeva più di un libro, dunque decisi di non insistere: e mio padre non disse una parola. Solo ora capisco quanto anche lui fosse restato male non per il libro, ma per il torto fatto alla figlia non avendo cura delle sue cose.

Nel tempo ho tentato di ricomporre la Commedia, cercando invano il volume mancante. Una dozzina di anni fa ci ero quasi riuscita, ma poi per un soffio l’ ho mancato. E da allora non ci ho pensato più.

L’ anno scorso, di ritorno dalle vacanze, ci fermammo a casa dei miei come facciamo spesso.
Mio padre volle per forza affidarmi i libri di storia e la Commedia zoppa. La stessa cosa avrebbe voluto fare mia madre con i bicchierini da rosolio del suo matrimonio, ma nell’ intenzione di papà c’era qualcosa di più urgente e nulla della petulanza di mamma. Cominciava a sentirsi vecchio e se non avessi portato quei libri con me, gli avrei piantato una spina nel fianco.
Così adesso sono a casa mia; conservano il profumo che mi piaceva da bambina, non so se proveniente dalla carta speciale o dai bordi dorati. Mi sembrano zii venuti a passare la vecchiaia a casa mia. La Commedia è stata maltrattata dai miei fratelli fino a squadernarsi un po’: ma i volumi sono integri. A ogni spolverata di libreria l’ assenza dell’ Inferno mi si faceva più pesante, fino a diventare insopportabile. Più di una volta li ho cercati in rete, in vecchie librerie e chioschetti dell’ usato. Ma niente, trovavo qualcosa di simile ma non loro, proprio quelli che cercavo. Una delusione, come quando invece della nutella mi davano la sottomarca.
Fino alla settimana scorsa.

Qualche click, una telefonata e ora i tre volumi sono in viaggio da Torino verso il mio ufficio. Dalla foto sembrano i gemelli dei nostri; e non vedo l’ ora di affiancarli, tutti e cinque, in una specie di famiglia allargata.
Mentre telefonavo alla libreria per assicurarmi che fossero proprio loro e inserivo i dati per completare l’ ordine, ascoltavo in cuffia ‘Sempre e per Sempre’ di De Gregori. Che nella mia memoria è associata indissolubilmente all’ arrivo a Pennabilli, al termine di un epico viaggio, il primo intrapreso con le figlie e senza Enrico. E dunque suona come un approdo, uno spegnere il motore giunti a destinazione. Colonna sonora ideale per questo film che è solo mio.

Ora però vi devo spiegare il motivo di questo racconto, tutto sommato poco interessante.
Qui si è parlato di libri, dell’ amore per la carta e l’ inchiostro. E di musica. Raccontandoli e raccontandoci.
In queste stanze nere posso ancora leggere i segni lasciati dal nostro passaggio, quando ci incontravamo dove era piazza, panchina, camino.
Sono andati via tutti, affievolendosi senza rumore come fiamme di candela.
Qualcuno ancora mi risponde; alla porta di altri ho bussato e aspettato con la tenacia del venditore di Folletto, ma con fortuna decisamente più avversa.
Io però, io devo chiudere tutti i cerchi, avvitare forte i barattoli, incoperchiare le scatole e serrare bene porte e finestre. A maggior ragione prima d’ andar via.
Così ecco, vi racconto la chiusura di una parentesi per dirvi che chiudo anche questa; e la chiudo forse troppo tardi, se il forum è sparito anche dall’ home page di ‘Storie’.
Ma tant’è, sapete che il tempismo non è freccia della mia faretra.
I saluti, poi, m’ impacciano come poche altre cose.
Così per evitare la retorica degli addii, a chi avesse la ventura di passare ancora di qui dico solo ciao, grazie di cuore per la compagnia e buontutto.
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MessaggioInviato: Ven Feb 08, 2013 10:44 am    Oggetto: Adv






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fiodor








Registrato: 30/07/07 23:23
Messaggi: 223
fiodor is offline 

Località: Avezzano (AQ)




MessaggioInviato: Dom Feb 10, 2013 1:09 pm    Oggetto:  Re: Sempre e per sempre
Descrizione:
Rispondi citando

catia ha scritto:
Nel 1974 mio padre acquistò per corrispondenza una collana di libri di storia. Papà ha sempre letto poco, qualche riga prima di andare a dormire: onestamente non so nemmeno se li abbia mai aperti quei libri, io invece li ho divorati. Soprattutto quelli su argomenti mai trattati a scuola, come le civiltà precolombiane e la storia di Cina e Giappone. Completata la collezione, arrivò a casa la proposta di acquistare dalla stessa casa editrice una edizione speciale della divina Commedia, rilegata in similpelle, carta di lusso e illustrazioni di G. Dorè.
E prendemmo anche quella.

Fu la prima Divina Commedia che lessi, qualche anno dopo. Io e i miei fratelli sbirciavamo le illustrazioni di Dorè con un senso di colpevole curiosità per tutte quelle figure nude dai seni un po’ cadenti, i sederi impunemente scoperti. O le parolacce: culo scritta su un libro così importante faceva impressione. Una pagina su tutte mi attirava: l’ illustrazione del canto XVIII, con l’ immagine di Taide tutta discinta e la didascalia ‘ ... Taide è, la puttana che rispuose ...’ sise e parolacce, roba irresistibile per una bambina delle elementari.
Dalle tavole di Dorè appresi il gusto per i dettagli, i tratti minuti; provai a trasportarli negli alberi che iniziai a disegnare allora e che ancora mi fanno da disegno passatempo.

Quando fui al liceo, la mia amica del cuore mi chiese in prestito l’ Inferno, perchè la sua professoressa voleva si andasse all’ interrogazione con un testo senza commenti e lei non ne aveva.
Nulla di strano, ci dividevamo già diversi libri di testo per risparmiare soldi e peso.
Alla fine dell’ anno, però, fra i libri che mi restituì l’ Inferno non c’era.
Le chiesi e richiesi di controllare, ero sicura di non averlo riavuto indietro. Ma lei diceva di non ricordare più dove fosse, era anzi certa di avermelo restituito. Per me la sua amicizia valeva più di un libro, dunque decisi di non insistere: e mio padre non disse una parola. Solo ora capisco quanto anche lui fosse restato male non per il libro, ma per il torto fatto alla figlia non avendo cura delle sue cose.

Nel tempo ho tentato di ricomporre la Commedia, cercando invano il volume mancante. Una dozzina di anni fa ci ero quasi riuscita, ma poi per un soffio l’ ho mancato. E da allora non ci ho pensato più.

L’ anno scorso, di ritorno dalle vacanze, ci fermammo a casa dei miei come facciamo spesso.
Mio padre volle per forza affidarmi i libri di storia e la Commedia zoppa. La stessa cosa avrebbe voluto fare mia madre con i bicchierini da rosolio del suo matrimonio, ma nell’ intenzione di papà c’era qualcosa di più urgente e nulla della petulanza di mamma. Cominciava a sentirsi vecchio e se non avessi portato quei libri con me, gli avrei piantato una spina nel fianco.
Così adesso sono a casa mia; conservano il profumo che mi piaceva da bambina, non so se proveniente dalla carta speciale o dai bordi dorati. Mi sembrano zii venuti a passare la vecchiaia a casa mia. La Commedia è stata maltrattata dai miei fratelli fino a squadernarsi un po’: ma i volumi sono integri. A ogni spolverata di libreria l’ assenza dell’ Inferno mi si faceva più pesante, fino a diventare insopportabile. Più di una volta li ho cercati in rete, in vecchie librerie e chioschetti dell’ usato. Ma niente, trovavo qualcosa di simile ma non loro, proprio quelli che cercavo. Una delusione, come quando invece della nutella mi davano la sottomarca.
Fino alla settimana scorsa.

Qualche click, una telefonata e ora i tre volumi sono in viaggio da Torino verso il mio ufficio. Dalla foto sembrano i gemelli dei nostri; e non vedo l’ ora di affiancarli, tutti e cinque, in una specie di famiglia allargata.
Mentre telefonavo alla libreria per assicurarmi che fossero proprio loro e inserivo i dati per completare l’ ordine, ascoltavo in cuffia ‘Sempre e per Sempre’ di De Gregori. Che nella mia memoria è associata indissolubilmente all’ arrivo a Pennabilli, al termine di un epico viaggio, il primo intrapreso con le figlie e senza Enrico. E dunque suona come un approdo, uno spegnere il motore giunti a destinazione. Colonna sonora ideale per questo film che è solo mio.

Ora però vi devo spiegare il motivo di questo racconto, tutto sommato poco interessante.
Qui si è parlato di libri, dell’ amore per la carta e l’ inchiostro. E di musica. Raccontandoli e raccontandoci.
In queste stanze nere posso ancora leggere i segni lasciati dal nostro passaggio, quando ci incontravamo dove era piazza, panchina, camino.
Sono andati via tutti, affievolendosi senza rumore come fiamme di candela.
Qualcuno ancora mi risponde; alla porta di altri ho bussato e aspettato con la tenacia del venditore di Folletto, ma con fortuna decisamente più avversa.
Io però, io devo chiudere tutti i cerchi, avvitare forte i barattoli, incoperchiare le scatole e serrare bene porte e finestre. A maggior ragione prima d’ andar via.
Così ecco, vi racconto la chiusura di una parentesi per dirvi che chiudo anche questa; e la chiudo forse troppo tardi, se il forum è sparito anche dall’ home page di ‘Storie’.
Ma tant’è, sapete che il tempismo non è freccia della mia faretra.
I saluti, poi, m’ impacciano come poche altre cose.
Così per evitare la retorica degli addii, a chi avesse la ventura di passare ancora di qui dico solo ciao, grazie di cuore per la compagnia e buontutto.


... la mia colonna sonora di questo addio al forum di storie è invece hells bells ... ritorna chiaro alla mente quel momento di un'estate di anni fa quando lanciai qui il mio (disperato) "message in a bottle", che fu, invece sorprendentemente, colto e rilanciatomi ... facendo partire questa storia, importantissima ... e facendomi trrvare amici che sopravviveranno, naturalmente, al forum, ma che non avrei mai sperato di trovare ... RIP !

fiodor

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