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Gita scolastica
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oroboros








Registrato: 11/02/08 08:11
Messaggi: 42
oroboros is offline 






MessaggioInviato: Ven Ott 17, 2008 7:36 am    Oggetto:  Gita scolastica
Descrizione:
Rispondi citando

—Coraggio bambini, che oggi la vostra maestra vi accompagnerà alla scoperta del mondo—
Un silenzio si sollevò impassibile dall'intreccio caotico di mani che si rubavano i giocattoli
—Ehi, scavezzacolli, dico a voi!— riprese con tono più alto la donna, ormai avvezza alla lotta per la sopravvivenza che serpeggiava giornalmente in quella scuola infernale
—Ma porca vacca!— esclamò, afferrando con la mano un orecchio del delinquente a lei più vicino, mentre con l'altra cercava di farsi giustizia a pizzicotti, senza riuscire a frenare l'ordalia assatanata
—Sia dimenticato il giorno che mi son fatta sposa di Cristo!— continuò, con voce querula, stringendo fino a fermare il sangue di un braccino il quale si prolungava in un altro bimbo attaccato con un morso a un altro ancora che tirava i capelli di una bambina urlante
—La Madre Superiora ci ha dato, finalmente, il permesso di assistere alla magnificenza dello spettacolo che la natura ha preparato per i vostri occhi— stava quasi per dire, nell'afflato della sua vocazione "santi", ma si trattenne per amore della verità
—Domattina i vostri genitori vi porteranno a scuola più presto del solito, molto più presto, perché andremo tutti al margine del bosco a vedere i cervi brucare l'erbetta tenera che cresce apposta per sfamarli—
Alla parola "cervi" i bambini smisero un momento di ammazzarsi e si voltarono per capire se avevano sentito male le parole della loro maestra.
Pareva l'improvviso intervallo che scende in una battaglia campale, quando il Generale in capo resta accoppato per sbaglio da un proiettile vagante: bambole decapitate, smembrate a pezzi, sparse tra irriconoscibili monconi di quelle che erano state un tempo costruzioni ordinate, mucchi di macchinine e automezzi vari demoliti, cartacce ovunque e spezzoni di matite colorate e pennarelli senza cappuccio si fermarono dal loro rotolare, anche loro meravigliati. Quella era una scuola ai piedi di una montagna altera, ma i cervi non era facile vederli, come invece accadeva per le mucche e, nonostante questo, quei marmocchi avevano la stessa convinzione di quelli di città che il latte lo facesse il supermercato discount.

Alle cinque del mattino una ressa assonnata di genitori incazzati e bambini che si rubavano le tortine affollava l'atrio della scuola privata di campagna, in attesa di vedere i cervi, ma soprattutto della suora e della Madre Superiora che arrivarono in marcato ritardo. Essere spose di dio comporta delle serie responsabilità, e anche se non devi preparargli la colazione devi comunque pregarlo che non ti faccia cadere qualche pargoletto infernale giù da uno dei molti dirupi che punteggiano, giustizieri, quelle lande selvagge.
Quelle che una volta erano state due donne uscirono dalle rispettive stanze, non esattamente sicure che dio avesse preso sul serio le loro raccomandazioni, e si diressero verso il boato che le attendeva.
I genitori si accomiatarono svelti e la suora, la Madre Superiora e un'orda di vocine sparate da corpi in arretrato stadio di sviluppo si accomodarono, scomode, tra i sedili duri di una corriera che portava di solito galline e oche, ma con minore fatica e imbarazzo.
Una ventina di minuti dopo raggiunsero la fine di uno sterrato che, penetrando solo per pochi passi tra gli alberi scuri, pareva dire:—Quello è il bosco, andate voi che io ho altro da fare—
Quella selva oscura era abituata a essere temuta da tutto ciò che era parente della luce, ma il male più oscuro di lei la terrorizzava, e fu forse per questo che tutti gli alberi s'irrigidirono di spavento, disgustati da quella intrusione così irrispettosa del silenzio delle sue fronde.
Il gruppo s'introdusse così, accompagnato dalla solita caciara, nell'ombra misteriosa di quella natura che, solo il giorno prima, poteva dirsi ancora quasi incontaminata, e si diresse, con in testa due suore sempre meno sicure dell'esistenza di un dio, verso l'ignoto frequentato dai cervi.
L'ordine nel quale stavano i pensieri di quella piccola e famelica masnada incontrollabile, se rimaneva segreto per gli uomini era, invece, visibile alla foresta, la quale in quelle due file di bimbi presagiva già l'odore rumoroso di motoseghe e ruspe.
Arrivarono, aiutati dalla luce fioca della pile, sullo spiazzo roccioso che segnava il confine tra i possenti e arzigogolati faggi e gli svettanti pini, lì dove i cervi, a detta dei cacciatori che la suora era solita benedire prima della stagione sanguinosa e a loro propizia, asserivano essere luogo di raduno mattutino, causa una radura erbosa rigogliosa per lo scorrere di una faglia acquifera a pelo di terreno.
Il sole sembrava cincischiare a mostrarsi quella mattina brumosa, e non si capiva se per il muggire agitato dei cervi o per gli scalmanati nascosti tra gli alberi al confine con la radura. Quel sorgere malvolentieri insinuò nella Madre Superiora, più sgamata della suorina, uno stato d'ansia sospettoso, ma che ancora non poteva capire la ragione di una tensione che sembrava dipendere dal freddo del luogo, piuttosto che dallo scherzo ordito dai cacciatori ai danni della purezza religiosa.
Insieme all'intensificarsi dei muggiti dei cervi, gli occhi dei bimbi si sgranarono nella luce dei raggi che a fatica si infilavano tra i tronchi resinosi, e lo spettacolo di quei maestosi animali che si accoppiavano gemendo azzittì di meraviglia la turba infantile, ma non del tutto stupida, che stava per abbandonare anche l'innocenza, sostituita dalla meraviglia per una legge di natura che l'esperienza delle due spose di dio non avrebbe saputo spiegare loro più dettagliatamente.

_________________
L'intelligenza deforma l'ispirazione per ridurla a un'aspirazione che si annullerà in un'espirazione.
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MessaggioInviato: Ven Ott 17, 2008 7:36 am    Oggetto: Adv






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